San Leonardo de Siete Fuentes è immerso in un Parco naturale che rende questo piccolo borgo del Montiferru, a circa 700 metri slm, particolarmente salubre per la piacevolezza del clima, l’abbondanza di acque sorgive e la rigogliosità di una vegetazione che ancora tratteggia l’originaria foresta mesofila.
L’attributo di sette fonti (contenuto nel Condaghe di San Nicola di Trullas come Villa Ad Septem Fontes) è con buona probabilità imputabile all’usanza dei Frati Cistercensi di attribuire alle località ricche di fonti una connessione non etimologica ma puramente simbolica, quasi esoterica, il 7 rappresenta infatti l’Acqua Ce-leste, l’essenza della creazione esprimendone l’integrità, la completezza e il perfetto equilibrio in un ciclo compiuto e dinamico.
All’interno del Parco, di circa cinque ettari, sono ancora fruibili gli antichi elementi che risultarono essenziali per lo sviluppo di Settefontane: l’abbondanza di acqua, la salubrità del luogo, la chiesa medievale e l’atmosfera delle conviviali riunioni di novenanti e visitatori. Il Parco è attraversato da una breve strada centrale che porta alle sette fontane sulla sinistra, mentre sulla destra è la chiesa del priorato di San Leonardo e i pochi resti dell’ospedale oggi testimoniati soltanto dal nome di una via del borgo e dalla presenza di alcuni cedri centenari ai quali in passato venivano attribuite proprietà terapeutiche ed effetti positivi sulla qualità dell’aria.
Alla chiesa sono annesse i muristenes in forma raccolta a semicerchio, come nei chiostri medievali e con il pozzo nel mezzo. L’acqua delle fontane sgorga dal fronte di un muro con pietre incise e ordinate in fila lungo un percorso all’ombra di lecci ombrosi e alimenta una rete di ruscelletti scroscianti e canali del parco sottostante fino ad un laghetto perimetrato in prossimità di uno degli ingressi.
La denominazione delle vie del borgo è in buona parte ispirata agli alberi, che originariamente caratterizzavano quest’area di boschi di leccio misti a roverella (Quercus pubescens e Quercus congesta) e castagni (Castanea sativa) con agrifo-gli (Ilex aquifolium), aceri (Acer monspessulanum) e tassi (Taxus bacata) ai qua-li sono stati aggiunti abeti (Abies sp. pl.), cedri (Cedrus sp. pl.), ippocastani (Ae-sculus hippocastanum), olmi (Ulmus campestris) e aceri (Acer campester). Splendide specie compagne erbacee o arbustive, così dette compagne non per un loro ruolo secondario, arricchiscono il patrimonio vegetale con entità di grande importanza naturalistica, di estrema rarità e attrattiva estetica come la digitale (Digitalis purpurea), l’atropa (Atropa belladonna), la felce florida (Osmunda re-galis), le ginestre spinose (Genista sp. pl.) mentre tra gli alberi autoctoni primeg-giano gli ontani neri (Alnus glutinosa) che specchiano le loro fitte chiome sui tan-ti rivoli d’acqua che si liberano dalla tante sorgive dal suolo.
La disposizione delle piante nel Parco de Santu Nenaldu, a differenza dagli altri Giardini Regionali, non rispetta alcun predeterminato disegno stilistico ma si basa semplicemente su quella regolare capacità di strutturarsi in forme, volumetrie ed associazioni che solo la natura riesce ad esprimere con elegante possenza definita con quella lineare semplicità che è capace di stimolare un senso di serenità e di forte aderenza alla natura.
Strutture architettoniche
CanaleChiesa
Chiostro
Muristenes
Pozzo
Resti
Ruscello.