Giardino formale, Bagheria (PA) - Sicilia

Villa palagonia a Bagheria 1,5mb

Il complesso fu costruito nel 1715 per ordine del principe di Palagonia, Francesco Ferdinando Gravina e Bonanni, su progetto di Tomaso Maria Napoli. La struttura originaria fu modificata, sotto la direzione dell’architetto Agatino D’Aidone, prima da Salvatore Gravina, fratello e successore del fondatore, poi, intorno al 1749, dal nipote Francesco Ferdinando junior. A quest’ultimo si deve l’ideazione delle famose statue grottesche, 200 in origine, oggi ridotte a 62 disseminate sopra i muri di cinta della proprietà. La proprietà, oggi della famiglia Castronovo, è ridotta attualmente al solo giardino padronale, sistemato secondo criteri formali nelle “corti” delimitate dagli edifici di servizio.
Indirizzo piazza Garibaldi, 3 Bagheria (PA) - Sicilia Accessibilità sì - aperto al pubblico
Telefono +39 091 932088 Orari apertura nov-mar: 9 - 13, 15.30 - 17.30; apr-ott: 9 - 13, 16 - 19
Fax +39 091 922118 Costo ingresso euro 5,00; euro 2,50 studenti (minimo 15)
E-mail villapalagonia@villapalagonia.it
Sito Web Villa Palagonia

Il lungo viale d’accesso (m 400 ca.), piantato a quattro filari di cipressi e oggi trasformato nell’urbana e pubblica via Palagonia, trapassava originariamente due archi di trionfo, il primo dei quali, detto dei “tre portoni”, fu demolito alla fine degli anni Quaranta del 900, mentre il secondo, realizzato in tufo, detto della “Santissima Trinità” o del “Padre Eterno” per la statua che si trovava all’interno, resta isolato all’interno del tessuto urbano. Da questo, un altro viale oramai scomparso, delimitato da una balaustra ornata da vasi, sedili e gruppi statuari grotteschi, i cosiddetti “mostri”, conduceva al giardino padronale, a forma di quadrilobata con due lobi più lunghi e due più brevi, suddiviso quindi in quattro corti delimitate dagli edifici di servizio coronati in alto da statue di “mostri” in pietra tufacea d’Aspra. Il giardino attuale è ridotto a tre quarti di questo settore, avendo ceduto quasi tutto il “lobo” nord-ovest all’assalto dell’urbanizzazione incontrollata, cosicché oggi l’ingresso principale si trova sul fronte sud-est, a ridosso del corso Umberto. È organizzato con un semplice disegno geometrico che scaturisce dalla forma delle corti e simmetricamente suddiviso in due aiuole per parte, bordate di oleandri e strelitzie, e piantate all’interno con palme, fichi d’India, araucarie e cedri del Libano. Sei ricchi sedili marmorei di gusto barocco poggiati alle facciate e sormontati da rilievi, realizzati fra il 1770 e il 1780, danno ornamento al giardino. Singolare “vegetazione” scultorea sono le sopravvissute 62 statue di figure caricaturali, grottesche, mostruose, ma anche realistiche, che si affacciano dalle facciate prospicienti il giardino: esse, oltre a finire per caratterizzare il complesso come “Villa dei Mostri”, hanno indotto molti interpreti a considerarle come frutto della fantasia anormale o della psicologia deviata del loro committente, il principe Francesco Ferdinando junior, quando potrebbero invece avere una finalità didascalico-moraleggiante tesa anch’essa a far riflettere sulla vanità e la frivolezza della società del tempo. Altri interpreti vi vedono allusioni a significati alchemici, considerando la diffusione di queste pratiche tra l’aristocrazia palermitana dell’epoca.

Strutture architettoniche

Aiuole
Balaustrata
Corte
Gruppo statuario
Statua.

Notizie storiche

Il complesso fu costruito nel 1715 per ordine del principe di Palagonia, Francesco Ferdinando Gravina e Bonanni, che stanziò ca. 100.000 scudi affidandone il progetto a Tomaso Maria Napoli. I lavori presero avvio, presumibilmente, nel 1718 e terminarono nel primo ventennio del secolo. La struttura originaria fu modificata, sotto la direzione dell’architetto Agatino D’Aidone, prima da Salvatore Gravina, fratello e successore del fondatore, poi, intorno al 1749, dal nipote Francesco Ferdinando junior. A quest’ultimo si deve l’ideazione delle famose statue grottesche, 200 in origine, oggi ridotte a 62 disseminate sopra i muri di cinta della proprietà. Nell’aprile 1787 Goethe visitò la Villa criticandone nel “Viaggio in Italia” le scelte architettoniche improntate a “licenze” e barocchismi così pronunciati che “il senso dell’orizzontalità e della perpendicolarità, così profondamente umano e fondamento d’ogni euritmia, è esposto al ludibrio e alla tortura”. Gravata del vincolo fidecommessario, la Villa fu alienata dai Gravina e acquistata nel 1885 dalla famiglia Castronovo che ancor’oggi la possiede.

Epoca

XVII

Progettisti ed esecutori

Tomaso Maria Napoli (Progetto)

Bibliografia

Scianna Ferdinando, La villa dei mostri, Torino, 1977
Scaduto Rosario, Il trionfo della geometria. Villa Palagonia. Studi per un progetto di restauro, Palermo, 2003
Scaduto Rosario, Villa Palagonia: storia e restauro, Palermo, 2007.

Mappa

Come arrivare



Condizione giuridica

Proprietà Privata

Provvedimento di tutela

D.Lgs. 42/2004

Note

Araucaria; Cedro del Libano; Fico d’India; Oleandro; Strelizia.