• 30 gennaio 2024
  • News
Il paesaggio può salvare il pianeta?
 
Dedichiamo il corso 2024 al nostro fondatore PATRIZIO GIULINI,
al suo sapere botanico in difesa del patrimonio naturale
giovedì1 FEBBRAIO, ore 17
online, piattaforma ZOOM dell’UNIVERSITÀ di PADOVA
 
Paesaggio e ambiente: una visione unica
GIUSEPPE BARBERA - Università degli Studi di Palermo, Associazione Parchi
e Giardini d’Italia, Fondazione Benetton Studi Ricerche
NICOLETTA FERRUCCI - Università degli Studi di Firenze, Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agrarie,
Alimentari, Ambientali e Forestali (DAGRI), Accademia dei Georgofili
Si riferiva al paesaggio italiano di cinquanta anni fa il filosofo Rosario Assunto quando scriveva che “è il paesaggio di un mondo nel quale l’uomo ha sacrificato alla produttività la propria dimensione contemplabile, ha sacrificato il proprio essere qualitativo ad una efficienza produttrice di quantità”. Cinquanta anni segnati da rapporti sempre più squilibrati tra le risorse naturali disponibili e i bisogni del pianeta, anni appena sfiorati dal riconoscimento che i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità, l’incremento demografico della specie umana avrebbero bisogno di radicali cambi di modelli di vita e non dalla riproposizione di quelli che hanno portato a un vicino collasso. Serve una visione sistemica e non riduzionista. Serve il paesaggio in quanto risultato dell’interazione tra i caratteri della natura e la storia dell’uomo che li ha modificati a proprio vantaggio, per i bisogni alimentari o di materie, per la sicurezza, per i piaceri. Un paesaggio che sia espressione di un nuovo  progetto di società i cui bisogni, materiali e immateriali, si riconoscono nei servizi ecosistemici; un paesaggio, nella sua dinamicità connaturata, che sia in grado di confrontarsi con il futuro e di adeguarsi a esso, alla sua inevitabile imprevedibilità, alle domande che si porranno, ai bisogni che nasceranno dalla storia passata e presente di una comunità attraverso la partecipazione, la condivisione, l’incontro di saperi diversi. Il paesaggio è il risultato della cultura di un popolo, esprime attraverso sé stesso o le forme che lo rappresentano i valori estetici (la bellezza) e confrontando i bisogni personali e della collettività con risorse e vincoli della natura (vivente e non) con cui interagisce, si relaziona con l’etica. Attraverso il paesaggio (il suo governo, il suo progetto) si possono cercare e trovare le urgenti risposte nel passaggio dalla frammentazione nozionistica a una conoscenza multi e transdisciplinare utile a diverse scale (locale, globale), al confronto con le diverse culture umane, con le necessità sociali, con una dinamicità che consenta elasticità rispetto a un futuro che si può prevedere ma non conoscere.
Giuseppe Barbera  
L’ingresso dell’ambiente in una norma, l’art. 9 della Costituzione, che tutela il paesaggio segna il consolidarsi di una distinzione tra due valori che si lambiscono ma non coincidono: ambiente e paesaggio? Quale la prospettiva che si apre al mondo del diritto: quella di un futuro bilanciamento tra i due valori costituzionalmente tutelati, o il velato riconoscimento di una posizione privilegiata all’ambiente rispetto al paesaggio, come indurrebbe a pensare il mancato riferimento a quest’ultimo tra i nuovi valori il cui rispetto dovrà costituire un limite all’iniziativa economica privata, circoscritti dal novellato art. 41, secondo comma, della Costituzione all’ambiente e alla salute? Può delinearsi nel mosaico del diritto una sinergia sotto il profilo funzionale tra tutela dell’ambiente e protezione del paesaggio, sia pure sullo sfondo di una loro diversità ontologica? Il caso dei giardini storici e quello del verde urbano sembrano rappresentarne un emblematico esempio. E ancora, se paesaggio è altro rispetto all’ambiente, è possibile delineare i contorni di una sostenibilità paesaggistica distinta da quella ambientale sullo sfondo della moderna dimensione della sostenibilità, superando i confini della sua originaria essenza tridimensionale, ambientale, sociale ed economica che emerge fin dalle prime elaborazioni del concetto di sviluppo sostenibile e si è radicata nel tempo nel complesso quadro della normativa internazionale e dell’Unione Europea? Il diritto forestale italiano vigente mirato ad armonizzare le funzioni ambientali, economiche, sociali e paesaggistiche del bosco può rappresentare uno stimolante paradigma utile ad una riflessione in questa direzione.
Nicoletta Ferrucci  
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