Il Ministero della Cultura ha ufficialmente firmato oggi il decreto di esproprio per Villa Verdi e le sue pertinenze, l’ultima residenza di Giuseppe Verdi situata a Villanova sull’Arda, in località Sant’Agata. Con questo provvedimento, lo Stato sancisce l’acquisizione definitiva della storica dimora, garantendone la salvaguardia e restituendola alla collettività come patrimonio culturale condiviso.
“Villa Verdi rappresenta un simbolo della grandezza culturale italiana e il luogo in cui il Maestro trovò ispirazione per molte delle sue opere immortali. Grazie a questo importante atto, lo Stato assicura la conservazione di un bene dal valore inestimabile e lo restituisce alla comunità”, ha dichiarato il ministro della Cultura, Alessandro Giuli.
La villa è rimasta chiusa negli ultimi due anni a causa di una lunga disputa giudiziaria tra gli eredi e lo Stato. L’indennizzo proposto agli eredi ammonta a otto milioni di euro. L’acquisizione, spiega il Ministero, costituisce un passo essenziale per la tutela, la conservazione e la valorizzazione di uno dei luoghi più rappresentativi della cultura e della storia musicale italiana.
“Con il suo straordinario patrimonio immobiliare, il parco storico e una collezione unica di arredi, epistolari, opere d’arte e oggetti personali appartenuti a Giuseppe Verdi, Villa Verdi è un unicum di eccezionale valore storico, artistico e culturale. L’intervento del Ministero si è reso necessario per garantirne la conservazione e la fruizione pubblica, in un contesto il cui significato supera i confini nazionali”, sottolinea la nota del Mic.
L’acquisizione consentirà ora l’avvio di lavori urgenti di restauro e manutenzione, con l’obiettivo di tutelare il complesso e di valorizzarlo al massimo. Grazie all’impegno della Direzione Generale Archeologia, Belle Arti e Paesaggio e della Soprintendenza per le province di Parma e Piacenza, che hanno seguito l’intero iter amministrativo e tecnico, è stata programmata l’immissione in possesso dell’immobile per il 28 febbraio 2025. L’obiettivo è rendere Villa Verdi un centro di riferimento per la cultura, la musica e la storia del XIX secolo italiano.
“Questa acquisizione rappresenta il risultato di un lungo e complesso iter procedurale. Si tratta di un passo fondamentale per preservare il valore di Villa Verdi e valorizzare l’intero complesso, inserendolo in un itinerario verdiano che comprenda altri luoghi significativi, come il Teatro Giuseppe Verdi e Palazzo Orlandi a Busseto, oltre alla casa natale a Roncole”, ha dichiarato Luigi La Rocca, capo Dipartimento per la tutela del patrimonio culturale e direttore generale del Mic. Il provvedimento è ora al vaglio degli organi di controllo e diventerà esecutivo al momento della registrazione.
La storica residenza, circondata da sei ettari di parco, fu voluta da Verdi come luogo di ritiro dopo gli impegni artistici in giro per l’Europa. La tenuta, ampliata e ristrutturata nel 1849, era in parte accessibile al pubblico fino alla chiusura e comprendeva spazi di grande fascino, come la stanza di Giuseppina Strepponi, seconda moglie di Verdi, ancora arredata con i mobili originali, la camera da letto-studio del compositore e altre due sale con documenti, fotografie e copie delle sue celebri opere.