Giardino misto pubblico, Roma (RM) - Lazio

Affacciata sulle pendici del Gianicolo, Villa Sciarra è una delle più gradevoli ville di Roma. Contenuta nelle dimensioni, mantiene l’aspetto di un luogo familiare e accogliente, adorna di statue e manufatti architettonici. Proprietà dei Barberini dalla metà del XVII secolo e quindi di Maffeo Sciarra, venne trasformata nel 1902 dal nuovo proprietario, Giorgio Wurts, secondo il gusto neobarocco di moda in quel periodo, e consegnata nel 1930 dagli eredi a Benito Mussolini. Gli ultimi restauri hanno riportato all'antico splendore il casino nobile, le diverse fontane che adornano la villa, (la fontana dei satiri, la fontana di Diana ed Endimione etc.), il grazioso ninfeo eclettico, l’esedra arborea, uno degli angoli più suggestivi della villa e l'Uccelliera in cui tuttora si può ammirare una coppia di pavoni.
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Indirizzo Via Calandrelli, 25 , 00153 Roma (via Dandolo, via delle Mura Gianicolensi) Roma (RM) - Lazio Accessibilità sì - aperto al pubblico
Telefono +39 06 0608 Orari apertura dalle 7 al tramonto
Sito Web Villa Sciarra

Il parco, ecletticamente organizzato nei primi anni del secolo scorso, presenta una ricchissima e particolarissima decorazione scultorea. Si tratta di una serie di statue e fontane provenienti dalla villa Visconti di Brignano d'Adda in Lombardia (il biscione dei Visconti si può ancora riconoscere nella Fontana dei Satiri e in quella dei Putti). Il tema che ricorre nelle statue e fontane è il tema boschereccio legato alle raffigurazioni del dio Pan, e le siepi vengono ancora potate secondo l'arte topiaria, cioè in forma di oggetti e animali. Punti di particolare interesse sono: la grande Uccelliera in ferro, dove un tempo dimoravano i pavoni; la Fontana dei Satiri, in cui troviamo il biscione (stemma araldico della famiglia Visconti); la Fontana di Diana ed Endimione, fontana e laghetto decorata con un gruppo scultoreo; la Fontana Belvedere, realizzata nel 1912 su progetto dell'ingegnere Enrico Gennari; il Casino Barberini, edificio principale della villa, ora sede dell'istituto Italiano di Studi Germanici; l'Esedra Arborea, un angolo molto scenografico dove in una siepe di piante sono state ricavate nicchie verdi nelle quali sono collocate statue raffiguranti i dodici mesi dell'anno; la Fontana della Tartaruga e la Fontana della Lumaca; la Fontana delle Sfingi, raffigurante i quattro vizi capitali, e la più giocosa e allegra Fontana dei Putti. Alle spalle del Casino Barberini sorge la Montagnola; entro un recinto di allori è situata una fontana di piccole dimensioni completata da un sedile marmoreo semicircolare. Infine a ridosso delle mura di Urbano VIII, vi è un tempietto in stucco e ferro battuto. Particolarmente significativo è anche il patrimonio verde che unisce essenze proprie della flora italiana e mediterranea ad una vasta scelta di essenze esotiche: si contano infatti 122 specie arboree rare di cui 58 provenienti dall'America e dall'Asia, fra cui almeno una decina di specie diverse di palme.

Strutture architettoniche

Casino Barberini
Fontana con putti e caprette, Uccelliera
Fontana dei Satiri
Fontana di Diana e Endimione
Portale monumentale

Notizie storiche

La villa sorge in una zona destinata a orti e giardini sin dall'epoca romana. Le prime testimonianze della presenza di una vigna risalgono al 1549, quando questa venne acquistata da un tal Massaruzi. Nel 1575 la proprietà venne acquistata da monsignor Innocenzo Malvasia. Nel 1653 passò al cardinale Antonio Barberini e successivamente venne ampliata da suo nipote, il cardinale Carlo. Nel 1710 divenne nuovo proprietario della villa il cardinale Pietro Ottoboni che la trasformò in una vera e propria azienda agricola, in cui si coltivavano piante da frutto, ortaggi, piante ornamentali ed esotiche. Nel 1749 Cornelia Costanza Barberini, moglie di Giulio Colonna di Sciarra, riacquistò la proprietà dagli eredi Ottoboni. Nel 1849, all'epoca della Repubblica Romana, il Casino Barberini e l'adiacente Casino Malvasia, all'interno della villa, vennero fortemente danneggiati dai combattimenti fra i difensori di Roma e le truppe francesi. I Barberini successivamente restaurarono il Casino nelle forme originarie, ma la proprietà venne definitivamente persa da Maffeo II Sciarra in seguito a disinvolte speculazioni finanziarie. Il terreno venne quindi diviso in lotti e una vasta estensione della villa fu destinata ad area edificabile. Si salvò soltanto la zona più alta dei giardini, intorno al Casino Barberini che, dopo altri passaggi di proprietà, venne acquistata nel 1902 dall'americano George Wurts. L'aspetto attuale della villa è interamente frutto delle trasformazioni effettuate dagli ultimi proprietari, George Wurts e la moglie Henrietta Tower. Quest'ultima, nel 1930 alla morte del marito, donò la villa a Benito Mussolini ponendo la condizione che fosse destinata a parco pubblico; con piccoli interventi realizzati da Raffaele De Vico il giardino fu aperto così come lo si può ammirare tuttora, nonostante le spoliazioni degli elementi decorativi alle quali è stata sottoposta. L'edificio principale, rimasto proprietà di Stato, ospita l'Istituto Italiano di Studi Germanici.

Epoca

sec. XIX, seconda metà - 1930

Progettisti ed esecutori

Raffaele de Vico (restauro del 1930)

Bibliografia

"A. Pacia, R. Piccininni, Villa Sciarra. Interpretazione romana di una villa lombarda, Roma 1992 C. Benocci, Villa Sciarra: dal mecenatismo americano degli anni Trenta all'ipotesi comunale di musealizzazione, in "Bollettino dei Musei Comunali di Roma", n.s., XII, 1998, pp.123-147 C. Benocci, Villa Sciarra in A. Campitelli (a cura di), Verdi Delizie. Le ville, i giardini, i parchi storici del Comune di Roma, Roma 2005, pp. 37- 44"

Superficie

7.500 mq

Mappa

Come arrivare



Condizione giuridica

Proprietà Ente pubblico territoriale

Provvedimento di tutela

D.lgs 42/2004