Parco Genova (GE) - Liguria
Indirizzo | Via Ignazio Pallavicini, 5 Genova (GE) - Liguria | Accessibilità | sì - aperto al pubblico | |
Telefono | +39 329 5332167 | Orari apertura | Dal 1 marzo al 24 marzo Dal 1 ottobre al 27 ottobre: 9:30 alle 18:00 (da martedì a domenica); Dal 25 marzo al 30 settembre: 9:30 alle 19:00 (da martedì a domenica); Dal 28 ottobre al 4 novembre: dalle 9:30 alle 17:00 (da martedì a domenica) | |
Costo ingresso | INTERO: 10 EURO (adulti) + 1 € (prevendita); RIDOTTO: 8 EURO (over 65, residenti nel comune di Genova, giovani tra i 19 e i 26 anni, gruppi 25 pax minimo, disabili) + 1 € (prevendita); GIOVANI E STUDENTI: 5 EURO (7/18 anni) + 1 € (prevendita); ESENTI DA TICKET: (0-6 anni, giornalisti, accompagnatori disabili) | |||
amicivillapallavicini@gmail.com | ||||
Sito Web | Villa Durazzo Pallavicini |
Nel 1840 Ignazio Pallavicino – nipote di Clelia Durazzo Grimaldi che nel 1794 aveva iniziato l’Orto botanico a sud della villa – affidò a Michele Canzio il progetto di un parco nella proprietà annessa alla villa. Il marchese cedette i suoi terreni a condizione che la stazione fosse contigua all’ingresso del parco. L’architetto Angelo Scaniglia progettò il viale rialzato di accesso; Giovanni Battista Cevasco realizzò le sculture. Il parco è articolato in una sequenza di ‘scenografie’. Il percorso parte dalla tribuna gotica, circondata da un boschetto di lecci, prosegue nel viale gotico e, attraverso la neoclassica kaffeehaus con le statue di Leda, Pomona, Ebe e Flora, prosegue nel viale classico e supera il bacino d’acqua con zampillo al termine del quale l’arco di trionfo segna il passaggio dalla civiltà urbana alla vita immersa nella natura. Iniziano le scene del 1° atto, il tergo dell’Arco è un romitaggio con muri di pietra e un portico coperto da beole, un ponte di legno valica un torrente nascosto da abeti rossi e agrifogli che evocano la montagna. Il sentiero continua sino al giardino delle palme, che riproduce le scene delle oasi dipinte sui fondali del Carlo Felice, per giungere al belvedere e dirigersi verso il bosco delle camelie, dove fu raccolta una collezione di varietà rare tra le quali la candida ‘Vergine di Collebeato’, dal 1965 simbolo della Società Italiana della Camelia. La scena seguente è formata dal lago vecchio e dalla cascata alimentata da un acquedotto (8 km); un ponte di legno e una capanna con il tetto di paglia furono posti su un altro lago, alimentato da cascatelle e vicino alla sorgente. Lungo la collina si sviluppano le scene del 2° atto, animate da architetture neogotiche, che rappresentano le angosciose vicende della storia umana: l’edicola votiva della Madonna, la casa dei contadini trasformata nei ruderi di un castello, la capanna rustica di legno non più esistente posta in un oliveto e, al termine della salita, il castello del Capitano con muri a scarpa e ponte levatoio, sormontato da una torre merlata con vista panoramica dal promontorio di Portofino sino alla costa del Ponente. Da qui si accede al mausoleo del Capitano culminante in un tetto piramidale. La discesa sul fianco est della collina conduce al lago grande. Il passaggio attraverso le grotte allude al passaggio dalla superstizione alla conoscenza rappresentata dall’obelisco egizio sulle sponde del lago. Fori inseriti nelle rocce illuminano stalattiti e stalagmiti, tortuosi passaggi s’insinuano nel lago sotterraneo. Nel sec. xix i visitatori, su una barca a forma di cigno, entravano nelle grotte con significati esoterici e scivolavano fuori sull’acqua scintillante del lago. Sulle sue sponde, articolate in promontori e isole, i giardini di Flora collocati sul lato opposto alle grotte contrappongono al mondo inquietante degli Inferi quello rassicurante e radioso dei fiori del tempio ottagonale e della serra di Flora che delimitano il viridario. L’obelisco egizio, il chiosco turco, la pagoda e il ponte cinese circondano il lago, al centro del quale si erge il classicheggiante tempio di Diana.
Strutture architettoniche
Bacino d’acquaBoschetto
Lago
Kaffeehaus
Scultura