Risorse finanziarie sempre più limitate e la necessità di destinare ulteriori fondi alla sicurezza dopo i drammatici fatti di Parigi hanno impedito al Governo di finanziare le misure di defiscalizzazione degli investimenti sul verde privato che in questi mesi sono stati oggetto dell’impegno di numerose associazioni di categoria (florovivaisti, periti agronomi, paesaggisti, organizzazioni sindacali, ecc..) e anche dell’APGI, Associazione Parchi e Giardini d’Italia, che ha tra i suoi compiti istituzionali anche il miglioramento della normativa vigente per la protezione, manutenzione e sviluppo del verde in Italia.
In occasione dei numerosi incontri che si sono susseguiti fra associazioni di categoria, esperti, addetti ai lavori e semplici appassionati è emersa la volontà di promuovere e di affermare una rinnovata cultura del verde. Intorno a questa tematica – grazie al DDL 1896 presentato al Senato a fine aprile – si è assistito alla nascita di un prezioso movimento di opinione che ha messo in evidenza quanto siano necessarie per i territori politiche attive in ambito sostenibile: con ricadute importanti sulla salute, sull’economia, sull’ambiente e ovviamente sul paesaggio del nostro paese.
Il DDL prima (il cui esame al Senato però non è ancora iniziato) e l’emendamento presentato al Senato sulla legge di Stabilità (e purtroppo non approvato) per defiscalizzare gli investimenti sul verde delle abitazioni è stato un segnale di lungimiranza in termini di miglioramento della qualità della vita nelle città e di promozione dell’educazione alla tutela del territorio. Uno strumento legislativo che favorirebbe la valorizzazione del settore orticulturale ma anche sulla salvaguardia di figure professionali preparate e competenti, capaci di prendersi cura del patrimonio botanico italiano e che attraverso agevolazioni fiscali per la manutenzione del verde – con la fatturazione e l’emersione del nero - troverebbero maggiori opportunità. Basti pensare – come sottolineato in occasione del convegno di Assoflorolombardia di fine settembre a Milano – che il danno di una potatura sbagliata costa alla comunità 1400 euro: a pianta! Azioni importanti finalizzate alla crescita del settore: in termini culturali e turistici. Perché una maggiore cura del verde e dei giardini privati vuol dire rafforzare il settore orticulturale, favorire l’apertura di nuovi siti e sostenere una nuova economia legata ai flussi turistici, con figure professionali capaci e ulteriori opportunità per i territori.
Il 20 novembre da Brescia, in occasione del primo incontro dei rappresentanti di aziende e professionisti della filiera florovivaistica nazionale, è stata lanciata la richiesta di un confronto con il Governo allo scopo di costruire una strategia per un’Italia green oriented, a favore di un settore centrale per il Paese dato che occupa oltre 158.000 persone in Italia. Il settore è concorde sul fatto che occorre avviare un nuovo corso per le politiche di sviluppo dell’Italia, anche attraverso un confronto con quanto si sta già facendo nelle altre nazioni: un Paese che sta cercando di rinnovarsi come l’Italia in questo momento storico non può trascurare il tema, per le ricadute rilevanti che questo potrebbe avere sull’intero sistema.
Il verde fa bene al Paese: una visione green oriented avrebbe importanti conseguenze a partire dalla riqualificazione delle periferie (tema in questo momento quanto mai centrale nel dibattito internazionale) fino ad un miglioramento della qualità delle città e della vita dei cittadini (con conseguente riduzione di costi sanitari per la collettività) senza dimenticare le ricadute positive nel turismo.
In attesa della risposta del Governo, i rappresentanti della filiera hanno realizzato alcune proposte concrete: il reinserimento nella Legge di stabilità dell’emendamento per gli sgravi fiscali, la tutela del prodotto italiano attraverso un adeguamento del sistema fitosanitario nazionale e la salvaguardia della professionalità degli addetti ai lavori, messe in discussione dal decreto salva-Italia.
A nostro avviso, le energie che si sono sviluppate intorno al DDL 1896 e all’emendamento sulla Legge di Stabilità, e che hanno generato una sana e legittima azione di lobbying, non devono essere disperse. L’auspicio pertanto è che dopo la legge di stabilità, il DDL riprenda il suo iter: dal nostro canto sarà necessario tutto il supporto possibile per mantenere alta l’attenzione sull’iniziativa.
E’ importante che tutti i cittadini comprendano che il verde urbano, pubblico o privato, rappresenta un bene preziosissimo, capace non solo di svolgere una funzione ecologica, migliorativa del microclima delle città, urbanistica e sociale, estetico-paesaggistica, ma anche un ruolo di educazione ambientale-naturalistica e di miglioramento della qualità di vita urbana.
Diviene, pertanto, di fondamentale importanza sostenere lo sviluppo e la redditività del settore verde, delle imprese florovivaistiche che in esso vi operano e degli enti gestori e proprietari dei giardini visitabili, attraverso strumenti legislativi ed interventi economici in grado di incentivare i consumi (azioni di costruzione o manutenzione del verde orizzontale e verticale) sia nel settore privato che in quello pubblico.