E’ stata inaugurata oggi, presso la Reggia di Caserta, la mostra Frammenti di Paradiso. Giardini nel tempo alla Reggia di Caserta, curata da Tiziana Maffei, direttore della Reggia di Caserta, Alberta Campitelli e Alessandro Cremona. Circa duecento opere tra dipinti, disegni, sculture, erbari, libri e oggetti d’arte e interpretazioni contemporanee racconteranno, a partire dal 1° luglio, la storia del giardino. Dal complesso della Reggia di Caserta si dipanano temi e vicende mettendo in gioco e in relazione sistemi di ville e giardini che attraversano e interessano tutta la penisola, dal Rinascimento ai primi anni dell’Ottocento. Ne deriva un caleidoscopio di rappresentazioni che, nella diversità di paesaggi, modelli culturali e stili di vita, evocano, attraverso il contatto con la natura, l’Eden perduto a cui l’uomo da sempre aspira.
Il ricco progetto espositivo, nel mettere a fuoco i vari temi legati alla storia del Parco Reale della Reggia di Caserta, ripercorre anche quella del “giardino”. Presente nell’immaginario dell’uomo nel corso dei secoli e delle varie civiltà, esso ha sviluppato diversi modelli compositivi. I disegni formali dei “giardini all’italiana” o “alla francese” e quello più libero del modello “all’inglese”, in parallelo con l’evoluzione della scienza botanica, corrispondono infatti ai diversi contesti culturali dei quali sono espressione.
“Nel creare giardini – spiega Alberta Campitelli, vice-presidente APGI – si esorcizza l’idea di una natura oscura ed estranea: lo spazio armonioso, controllato e organizzato del giardino è un microcosmo dominato dall’uomo e che evoca il paradiso terrestre. Nel giardino diverse trame si intersecano: il giardino è narrazione mediata da simboli. Il giardino è percorso di scoperta. Il giardino è trasmissione di messaggi. Il giardino è sperimentazione scientifica. Il giardino è creatura vivente che nasce, si trasforma, scompare. L’immagine in un dipinto gli dona immortalità, cristallizza un momento di splendore e ne celebra il committente. Nel caleidoscopio di immagini del percorso della mostra il visitatore entra in questo mondo affascinante dove può trovare il proprio paradiso”.
L’immenso Museo Verde del Complesso vanvitelliano, che vanta un’estensione di 123 ettari di Parco, 60 di bosco e circa 40 chilometri di acquedotto, realizzato a partire dal 1752 con l’iniziale progetto di Luigi Vanvitelli come spazio aperto in connessione con il Palazzo Reale per meravigliare il mondo, lega, in un ideale fil rouge, i riferimenti culturali di Carlo di Borbone con il celebre bisnonno Luigi XIV e il modello universale di Versailles, con la raffinatissima madre Elisabetta Farnese e con l’apporto nord europeo della moglie Maria Amalia di Sassonia. Quest’opera straordinaria venne arricchita mezzo secolo più tardi dall’innovativo e stupefacente Giardino Inglese voluto da Maria Carolina di Lorena. Esso unisce l’ambientazione scenografica dell’acqua e delle fontane all’equilibrato inserimento nell’unicità del paesaggio agreste e marino con la maestosa presenza del Vesuvio. Diventa, così, la sede ideale per narrare come il giardino sia tra gli elementi identitari più affascinanti e fragili della cultura europea ed italiana in particolare.
La mostra sarà aperta dal 1° luglio al 16 ottobre 2022.