Due mostre celebrano il più grande paesaggista italiano del Novecento: al Castello di Miradolo, nel Pinerolese, e all’Oasi Zegna, nel Biellese, fotografie e disegni dell’opera di Pietro Porcinai (Firenze 1910-1986) ricompongono il suo percorso creativo in ambito italiano ed europeo, ancora oggi fonte di ispirazione per chi si occupa di giardini.
Paolo Pejrone, che ha collaborato alla mostra presso la Fondazione Zegna (fino al 10 luglio), lo ricorda così: “Ero un giovane matto per il giardinaggio e mio padre, disperato, chiese a Porcinai, che lavorò moltissimo in Piemonte, di incontrarmi. Era burbero ma schietto come sanno esserlo i toscani. Mi incoraggiò. Era l’unico in Italia a fare giardini. Aveva un’ottima cultura architettonica ma non era un architetto, piuttosto un botanico”.
Diego Fusaro, che ha fotografato i giardini di Porcinai per la mostra di Miradolo, afferma: “Fotografare giardini non è come fotografare architetture: nel secondo caso con l’esperienza si impara, mentre con il verde è necessario trasmettere l’emozione, essere empatici — aggiunge Fusaro — C’è moltissima letteratura su Porcinai, e tante immagini per lo più scattate da architetti. Io ho voluto coglierne la dimensione più suggestiva”.