Giardino formale, Roma (RM) - Lazio
Indirizzo | Via del Casale di San Pio V, 48 Roma (RM) - Lazio | Accessibilità | sì - accessibile con permesso | |
Orari apertura | sab ore 15 - 19 ; dom ore 10 - 14 | |||
protocollo@santalessio.org | ||||
Sito Web | Casale di San Pio V |
Dimora di Pio V Ghisleri, posta alle porte del Vaticano, la villa venne utilizzata dal pontefice solo per brevi soste dedicate alla meditazione, al godimento della natura e alla caccia ai tordi, piuttosto che per l’ostentazione dei fasti familiari. Il giardino, composto dall'area antistante il cortile e dalla zona degradante verso valle, quest'ultima dotata di fontane e articolata in scenografici percorsi, risale nella sua concezione alla fine del Cinquecento, seppure oggi in gran parte modificato. Il giardino anteriore, pur risalente nella sua attale composizione all'inizio del secolo scorso, sembra rifettere il disegno cinquecentesco, con semplici riquadrature di viali ed aiuole. La sistemazione primitiva della villa è tuttavia meglio riconoscibile nella parte posteriore, chiaramente ispirata al Belvedere Vaticano, con il casino che si affaccia su ripiani terrazzati, percorsi da viali con filari paralleli di lecci potati a siepe, collegati da fontane e da scale simmetriche, fino a raggiungere l'asse stradale dell'attuale via Gregorio VII.
Strutture architettoniche
AiuoleCasino
Fontana
Terrazza
Scala.
Notizie storiche
Il casale fu costruito prima del 1567 in un luogo detto “della tedesca”, in posizione dominante, poco fuori largo dei Cavalleggeri, per divenire residenza di papa Pio V Ghislieri (1566-1572) . Il complesso è costituito da un edificio principale e un giardino, cinti entrambi sul fronte dell'attuale via del Casale di San Pio V da un alto muro, aperto in un massiccio arco bugnato, ai cui lati vi sono la costruzione di guardia e una chiesina. Il progetto è stato riferito al fiorentino Giovanni Lippi, detto Nanni di Baccio Bigio, già autore a Roma del palazzo Salviati alla Lungara e di Villa Medici al Pincio. La costruzione, un imponente blocco quadrato, appare severa nella sobria decorazione, costituita dalle semplici cornici delle finestre, senza modanature, simili alle fasce marcapiano che scandiscono orizzontalmente l'edificio. Riflette la dura personalità di un papa che, vicino a Carlo Borromeo, promosse il ritorno della chiesa al rigore dei costumi e alla virtù. All’interno si apre un elegante cortile rettangolare con vera da pozzo in posizione centrale, su tre lati del quale gira il fabbricato e di cui il quarto elemento è costituito dalla facciata. Il pian terreno è scandito da lesene doriche che intervallano archi, tre dei quali in origine aperti sui lati lunghi. Al di sopra di una pesante cornice marcapiano si aprono finestre a cornice semplice in corrispondenza degli archi sottostanti. Il complesso è stato ampliato tramite l’aggiunta di un giardino antistante e un’ala laterale sulla sinistra. Nel 1610 il casale fu acquistato dai monaci di S. Paolo, per poi divenire successivamente proprietà Chigi. Negli inventari tra il 1770 e il 1793 la proprietà viene denominata “Villa di Casaletto" o "Vigna di Massinagni”. Alla fine del secolo XIX il complesso fu ceduto alla regina Margherita di Savoia per divenire Ospizio dei Ciechi, oggi Centro Regionale Sant'Alessio.Epoca
XVI-XVIIProgettisti ed esecutori
Nanni Di Baccio Bigio (progettista)Giovanni Lippi (progettista.)
Bibliografia
Belli Barsali, Isa, Ville di Roma, Lazio I, Milano1983, pp. 375-377Benocci, Carla, Il casaletto di S. Pio V sulla via Aurelia Antica: emblema romano della cultura della controriforma trasformata in delizia settecentesca chigiana, in Benocci Carla (a cura di), I giardini Chigi tra Siena e Roma: dal Cinquecento agli inizi dell'Ottocento, Siena 2005, pp. 317-350.