Giardino all'italiana formale frutteto informale, Firenze (FI) - Toscana
Indirizzo | via il Prato, 56-58 Firenze (FI) - Toscana | Accessibilità | sì - aperto al pubblico | |
Telefono | +39 055 210594; +39 055 280257 | Orari apertura | Dalle 9 al tramonto. Chiuso domenica e festivi | |
Fax | 055268123 | Costo ingresso | intero euro 10.00, studenti euro 7.00 | |
Sito Web | Palazzo Corsini al Prato |
L’ingresso del Palazzo in via il Prato dà accesso all’ampio parterre geometrico di siepi di bosso ornato delle statue antiche della collezione del cardinale Neri Corsini poste su alti plinti di altezza digradante. La facciata del palazzo sul giardino, introdotta da una ampia loggia a tre arcate con sopra un balcone balaustrato funge da quinta teatrale al viale delle statue che conduce a due limonaie antiche perfettamente conservate di fronte alle quali sono le coltivazioni di peonie (a sinistra) e di ciliegi (a destra). Ai lati del parterre due boschetti simmetrici all’inglese di lecci e allori sono disseminati di acanti. Oltre le limonaie a sinistra si accede alla parte agreste e produttiva del giardino adibita a frutteto e a prato disseminato di tigli secolari. Le fioriture aromatiche che abbelliscono le aiuole delimitate da siepi in bosso sono un'introduzione recente della paesaggista Olivia di Collobiano, mentre sono più antichi gli esemplari di Poncirius trifoliata, rara specie di agrume.
Notizie storiche
Nell’area del Prato di Ognissanti Alessandro Acciaioli, appassionato di botanica, acquisì un “un casamento grande… con un giardino e una ragnaia” e ne affidò la ristrutturazione nel 1591 a Bernardo Buontalenti. Il nuovo edificio con piano terreno molto sviluppato in altezza era quasi completato quando furono sospesi i lavori nel 1594. A questa fase risalgono le finestre inginocchiate con timpani spezzati. Nel giardino era presente un orto di piante medicinali e una ragnaia di lecci. Nel 1620 la proprietà passò a Filippo di Lorenzo Corsini che incaricò Gherardo Silvani di terminare palazzo e giardino all’italiana, con un viale centrale affiancato da statue antiche poste su alti plinti di altezza digradante per assicurare l’effetto prospettico. Fu inoltre creato un parterre geometrico di bosso e due zone boscose, in una delle quali furono allestiti un labirinto di alloro e tre limonaie. Con l’elezione di Clemente XII Corsini (1730-1740), il palazzo si arricchì di lapidi e iscrizioni antiche, inserite nella loggia, provenienti dalla collezione del cardinale nepote Neri Corsini. Nei primi anni dell’800 il giardino venne venne ampliato e ridisegnato secondo il gusto romantico di Antonietta von Waldstätten, consorte di Tommaso Corsini, con la creazione di una collina artificiale, di un piccolo lago e di un boschetto attraversato da sentieri non lineari.A partire dal 1834 il palazzo divenne residenza del marchese Neri Corsini di Laiatico con la moglie Eleonora Rinuccini e venne ampliato all’esterno (due nuove ali laterali in stile neorinascimentale) e all’interno con la nuova scala a pozzo. Gli interventi che portano la firma di Ulisse Faldi ebbero l’approvazione di Gaetano Baccani. Nel 1860 Vincenzo Micheli realizzò un nuovo edificio sul sito dell’antico convento dei Ss. Maria e Giuseppe con ampia balconata per assistere al Palio dei Berberi in voga fino al 1870.
Ulteriori modifiche si devono Olivia di Collobiano su incarico di Giorgiana Corsini negli anni ’80 del ’900.
Epoca
1620-1980Progettisti ed esecutori
I palazzi di Firenze nella storia e nell'arte L. Ginori LisciFirenze. Giardini di città M. Pozzana
Giardini & Giardini. Il verde nel centro di Firenze D. Cinti
I giardini di Firenze e della Toscana. Guida completa M. Pozzana