Parco all'italiana, Bollate (MI) - Lombardia
Indirizzo | via Madonna Fametta Bollate (MI) - Lombardia | Accessibilità | sì - aperto al pubblico | |
Telefono | +39 393 8680934 | |||
info@apgi.it | ||||
Sito Web | Villa Arconati |
Il vasto e articolato complesso comprende una sontuosa ‘villa di delizia’ e gli adiacenti giardini, oltre a un borgo rurale, aree agricole e zone boschive, già riserva di caccia prima della famiglia Arconati e poi dei Busca e dei Crivelli. L’esteso parco formale mantiene ben leggibile il suo impianto sei-settecentesco. Nel corso del Seicento l’allora proprietario Galeazzo Arconati fece ampliare, ridisegnandolo, il preesistente corpo principale dell’abitazione. Fece inoltre realizzare il primo nucleo del giardino all’italiana, organizzato lungo un ampio asse prospettico in direzione ovest-est che dal fronte principale culminava nel monumentale teatro di Diana. Tra la fine del XVII secolo e la metà del XVIII il sito è ulteriormente trasformato e si configura nel suo assetto definitivo: al palazzo viene aggiunto il corpo di sud-ovest così da ottenere una pianta ad ‘H’. Anche il giardino è ampliato e modificato: l’impianto viene articolato oltre che lungo l’asse prospettico da ovest verso est, lungo tre viali orientati in direzione nord-sud, che conducono a diverse ‘stanze’ vegetali di forme regolari delimitate da alte spalliere di Carpinus betulus potate in forma e arricchite con fondali architettonici, fontane, statue, giochi d’acqua, connesse a carpinate, parterre e boschetti, come ben documentano le famose incisioni e le descrizioni di Marc’Antonio Dal Re (1743). La villa a sud si affaccia su un vasto parterre a prato, suddiviso in due grandi settori delimitati da carpini topiati e contornato da carpinate. La porzione a sud-est, in cui si trovavano il casino di caccia e il serraglio delle fiere, è occupata oggi da un bosco prevalentemente di querce, attraversato da percorsi rettilinei e caratterizzato dalla presenza di una bella voliera. Il parco era arricchito da numerosi elementi di interesse architettonico tuttora riconoscibili, tra cui la limonaia (di recente recuperata), il già citato teatro di Diana un tempo con fontane e giochi d’acqua, esedre, serre da fiori, portinerie e una ghiacciaia. Dalla fine del Settecento il complesso del ‘Castellazzo’ non ha subito modifiche di rilievo anche se l’abbandono e il sottoutilizzo del secolo scorso hanno provocato la parziale perdita di alcuni manufatti, oltre all’inselvatichimento delle componenti vegetali. La Fondazione Augusto Rancilio ha iniziato importanti interventi di conservazione e recupero e ha previsto l’apertura al pubblico che può così ammirare uno dei pochi siti di impianto barocco ancora sopravvissuti in Lombardia.
Strutture architettoniche
BoscoBoschetto
Carpinata
Esedra
Ghiacciaia
Giochi d'acqua
Limonaia
Parterre
Serra
Voliera. Statua
Teatro.