Giardino all'italiana, Spello (PG) - Umbria
Indirizzo | via Flaminia, 72 Spello (PG) - Umbria | Accessibilità | sì - aperto al pubblico | |
Telefono | +39 (0)742 651726 | Orari apertura | tutto l’anno, ottobre-marzo, sabato e domenica 10.30-13 e 15-18; aprile- giugno e settembre, giovedì-domenica, 10.30-13 e 15.30-18; luglio e agosto, tutti i giorni 10.30-13 e 16-19 | |
Fax | +39 (0)742 651726 | Costo ingresso | gratuito | |
Sito Web | Villa Fidelia |
Il complesso di villa Fidelia è un esempio di continuità paesaggistica e di stratificazioni storico-artistiche davvero singolari nel panorama umbro. La villa e i giardini, infatti, poggiano su strutture terrazzate di età augustea (basamenti di templi) che a loro volta si attestavano su un’area di culto presente fin dal iv sec. a.C. Il nome Fidelia è legato alla presenza di luoghi sacri dedicati al culto del martire protocristiano S. Fedele, ed è probabile che nel Medioevo l’area, ricca di sorgenti e di fonti, ospitasse uno ‘spedale’ dei Camaldolesi, usato per fiere e mercati. La storia della villa comincia nella seconda metà del Cinquecento, quando i conti Acuti Urbani decidono di costruire una residenza signorile: i terrazzamenti romani costituiscono una solida fondazione per la loro villa e permettono mirabili affacci panoramici; i mosaici rinvenuti durante i lavori vengono conservati all’interno della nuova costruzione, in omaggio alla continuità con l’antico e di uno status symbol ormai affermato. Una seconda fase decisiva di trasformazione della villa è quella settecentesca, quando donna Teresa Pamphili Grillone ne diviene la proprietaria: un elegante villino di campagna (casino di villeggiatura) è realizzato tra il 1722 e il 1727 sul secondo terrazzamento di epoca romana, sul lato opposto della costruzione realizzata dagli Acuti Urbani. Il progetto è del celebre architetto Francesco Bibiena. Lateralmente rispetto al casino, nella parte più alta della sostruzione, è realizzato un grande giardino all’italiana delimitato a monte da un muro con nicchie e fontane, a fondale del giardino stesso. Dopo la morte della principessa avvenuta a Spello nel 1762, la villa conosce un’altra fase di significative trasformazioni a partire dal 1822, quando viene acquisita da Gregorio Onori Piermarini. Il progetto, affidato all’ing. Saverio Andreucci di Siena, coinvolgerà soprattutto i giardini e il parco: viene realizzato lo scenografico giardino vesuviano (foto sotto e alla pagina precedente), che si sviluppa lungo il ripido pendio, organizzato su sei gradini laterali e tre scalinate centrali raccordate da siepi, delimitato lungo i lati lunghi da una doppia fila di cipressi. La composizione, rafforzata da una fontana, è chiusa sulla sommità da una mostra d’acqua. I muri dei terrazzamenti sono ornati con nicchie e balconi. Anche il giardino all’italiana viene arricchito rispetto alla versione precedente. Un’ultima fase significativa, che consoliderà l’immagine della villa e dei suoi giardini nella forma che ancora oggi possiamo osservare, si avvia nel 1923, quando l’ingegner Decio Costanzi, originario di Assisi e titolare a Roma di una nota impresa di costruzioni, acquista villa Fidelia. Si procede in primo luogo alla divisione definitiva del complesso in due proprietà distinte con la vendita dell’ex villa Urbani e la costruzione di un muro di separazione. Costanzi affida la ristrutturazione della sua parte (comunemente indicata come villa Fidelia) all’architetto Cesare Bazzani, molto affermato negli anni Venti-Quaranta del Novecento: la palazzina principale, la chiesa e le altre costruzioni vengono rinnovate in stile eclettico con richiami barocchi e neoclassici; sono realizzati un’autorimessa (in adiacenza alla chiesa di S. Fedele), la casa del custode, un galoppatoio delimitato da una doppia fila di cipressi, la limonaia e il campo da tennis. Sia il giardino vesuviano che il giardino all’italiana, pur mantenendo l’impianto precedente, sono rinnovati e rafforzati nel loro valore scenografico. Nel 1930, a lavori appena conclusi, villa Fidelia diventa lo scenario per un grandioso ricevimento di nozze tra Giovanna di Savoia, figlia di Vittorio Emanuele III, e Boris III di Bulgaria, sposatisi ad Assisi. Nel secondo dopoguerra, dopo un lungo periodo di abbandono, la villa è stata acquistata dalla Provincia di Perugia e oggi è sede di incontri culturali, manifestazioni botaniche e allestimenti artistici.