Giardino alla francese, Pescia (PT) - Toscana
Indirizzo | piazza della Vittoria, 3 Loc. Collodi Pescia (PT) - Toscana | Accessibilità | sì - accessibile con permesso | |
Telefono | +39 0572 427314 | Orari apertura | dal 1° al 25 marzo dalle ore 9:00 alle ore 18,30; dal 26 marzo al 23 settembre dalle ore 9:00 alle ore 20,00; dal 24 settembre al 28 ottobre dalle ore 9:00 alle ore 19,00; dal 29 ottobre al 4 novembre dalle ore 9:00 alle ore 17,30. 7 Gennaio – 28 Febbraio, 4 Novembre – 31 Dicembre 2018 aperto Sabato e Festivi, per il ponte dell’Immacolata e durante tutto il periodo delle vacanze di Natale dalle ore 10:00 al tramonto senza interruzione. Altri giorni, apertura su prenotazione per gruppi. | |
Costo ingresso | Da 9 a 20 euro | |||
Sito Web | Villa Garzoni |
Il giardino Garzoni che insieme alla monumentale villa costituisce un complesso imponente e di grande fascino, conserva l’ultimo labirinto seicentesco rimasto in quello che era un tempo lo stato di Lucca e vanta un parterre de broderie settecentesco di gusto squisitamente francese. La posizione sul fronte scosceso della collina con 45 metri di dislivello lo rende unico, collegato al paese in modo da formare un insieme inscindibile. Nella prima metà del Seicento Romano Garzoni realizza un giardino formato da un grande spazio a mo’ di anfiteatro. Da qui, lungo il pendio, si accede a terrazze immerse in un bosco di lecci. Completano il giardino un laghetto, la piccola cappella dipinta del romitorio, un grande bosco di lecci e tre terrazzamenti con piante di agrumi coltivate a spalliera, una voliera, il giardino di fiori, il labirinto con grotta e un orto nell’attuale boschetto di bambù. Nella seconda metà del Settecento un secondo Romano Garzoni, avvalendosi dell’architetto Ottaviano Diodati, interviene nel giardino della chiusa sviluppando un percorso in chiave simbolico-esoterica. Trasforma l’antico romitorio nell’edificio dei bagnetti e realizza la statua della Fama, crea una suggestiva catena d’acqua con statue e roccaglie (che per un effetto anamorfico, da un preciso punto di vista, assumono le fattezze di un grande mascherone), trasforma la grotta seicentesca in cisterna d’acqua per i giochi delle fontane sottostanti, costruisce infine il teatro di verzura e il piccolo teatrino di Pomona. Nello stesso periodo nasce, nella zona ad anfiteatro, un parterre concepito secondo il gusto francese. Il sistema dei giardini sei-settecenteschi, se si eccettuano alcune sostituzioni ottocentesche nella vegetazione, è rimasto pressoché immutato fino a oggi. La prima visione del giardino si ha soffermandosi nella piazzetta davanti al cancello d’ingresso creata per «godere dell’ampia prospettiva»; da qui è possibile apprezzare la perfetta fusione tra il giardino e il palazzo. Varcato l’ingresso ci si trova nell’ampio spazio a forma di anfiteatro da dove aprono diverse prospettive sul giardino. Alte siepi di cipressi (di recente sostituite) fanno da cornice a un gruppo di statue che anticipano i messaggi simbolici che si dipanano lungo il percorso principale: Flora, Diana, i Fauni, Bacco e Cerere, Apollo e Dafne. Il parterre de broderie caratterizza questa zona assieme ai due imponenti getti delle vasche circolari. Al di sopra, i poderosi muri di sostegno dei tre terrazzamenti: ornati dalle piante di agrumi a spalliera, sono posti in risalto dall’articolato intreccio delle scale centrali. I dislivelli sono scanditi da grandi nicchie in asse l’una sull’altra. La prima racchiude la fontana del contadino, la seconda costituisce l’arco d’ingresso alla grotta di Nettuno, nella nicchia superiore è la fontana del villano. Al di sopra di questa struttura, le statue di due Satiri delimitano e incorniciano la scena più in alto: la grande catena d’acqua con la statua della Fama sulla sommità. L’apparato decorativo del laghetto presenta evidenti lesioni create dal progettista per evocare gli effetti di un terremoto: dallo scuotimento della terra, infatti, emerge la Fama che soffia acqua nel laghetto sottostante. Una serie di percorsi in salita guidano all’edificio dei Bagnetti, dove un tempo i Garzoni si immergevano al suono di un gruppo di orchestrali. Sulla sinistra del viale delle camelie si apre un cancello oltre il quale si trova il viale che conduce al palazzo. Si attraversa quindi il ponte sul rio, dotato di scherzi d’acqua comandati dal sovrastante giardino di fiori. Percorso il viale dei poveri, un cancello sulla destra delimita la zona privata del giardino; sulla sinistra, scendendo, è possibile accedere al labirinto con la grotta e al boschetto di bambù. Incontrata la fontana del cinghiale, scendendo lungo il vialetto perimetrale, si raggiunge il teatro di verzura. Da qui è possibile inoltrarsi negli stretti e nascosti camminamenti ricavati tra le alte siepi di cipressi fino a ritrovare la parte pianeggiante del giardino e lo spazio ad anfiteatro.
Epoca
XVI secoloProgettisti ed esecutori
Romano GarzoniOttaviano Diodati