Giardino formale, Scandicci (FI) - Toscana
Indirizzo | via Volterrana, 7 Scandicci (FI) - Toscana | Accessibilità | sì - accessibile con permesso | |
Telefono | +39 055 475544 | Orari apertura | Solo su appuntamento | |
info@collazzi.it | ||||
Sito Web | Villa I Collazzi a Giogoli |
Si accede alla villa attraverso una strada sterrata che sbocca nella cavallerizza di cipressi a pianta circolare da cui parte il maestoso viale di cipressi che conduce lateralmente alla villa. L’edificio, posto su un terrapieno con muro di contenimento verso valle, mostra in pianta una struttura a U con ali brevi verso nord, secondo uno schema più volte ripreso da Bartolomeo Ammannati.
Le facciate con decorazione in pietra serena chiuse verticalmente dai cantonali bugnati mostrano un particolare equilibrio nel ritmo tra pieni e vuoti. Le eleganti finestre del piano terra - tutte inginocchiate (anche se di tipo semplificato) e con timpano triangolare - fanno spazio nella facciata verso valle a un portale bugnato coronato dallo stemma e preceduto da una scalinata curvilinea a doppia rampa; al piano si aprono due loggette simmetriche a tre arcate divise da colonne binate. Nella facciata posteriore, introdotta da una scalinata a due rampe e dalla balaustrata, si apre un loggiato a due piani che prosegue nelle ali brevi. Il giardino è sviluppato su due livelli. Da una parte è l’ampio spiazzo erboso che lambisce il viale dei cipressi dove Pietro Porcinai ha collocato la piscina rettangolare con bordature in pietra serena. Dall’altro, oltre il muro di contenimento a un livello più basso rispetto alla villa e accessibile attraverso una scala coperta, è il giardino formale con parterre di aiuole fiorite quadrate che nella stagione calda ospita i vasi di agrumi.
Notizie storiche
Nel cuore di una vastissima tenuta vocata da secoli alla produzione di vino e olio, su un lungo terrazzamento in posizione dominante, la villa appare come un grandioso edificio dalle eleganti forme rinascimentali costruito nel XVI secolo su disegno di Santi di Tito (ma è stata proposta una attribuzione a Giorgio Vasari e allo stesso Michelangelo). Nel ’700 venne posta in essere la seconda terrazza e il giardino formale. A metà dell’800 la famiglia Bombicci Pomi modificò il giardino con l’inserimento di lecci, ippocastani e soprattutto disegnando il viale dei cipressi e la cavallerizza, un rondò di cipressi usato come maneggio.Nel 1933 la proprietà venne acquistata da Carlo e Giulio Marchi che intrapresero anche con il contributo fondamentale della moglie di Giulio, Elena Luling, i lavori di ripristino della villa nelle forme cinquecentesche e di sistemazione del giardino. Nel 1938 Pietro Porcinai, tra i più affermati architetti paesaggisti del tempo, venne chiamato per ridisegnare il lato del giardino a est. Nel luogo dove era una vigna e una scarpata egli immagina un lunga striscia di prato a ridosso della maestosa cortina di cipressi e vi pone una piscina rettangolare in quarzite gialla e grigia con bordo in pietra serena. La semplice soluzione che prevede solo una bordatura di siepi di bosso intorno al prato è il risultato di un lungo processo di semplificazione del progetto che Porcinari affina in sintonia con le esigenze dei committenti. La proprietà è passata ai fratelli Carlo e Bona Marchi che negli ultimi anni si sono dedicati con passione alla produzione viticola e alla cura della villa.
Epoca
Seconda metà del Cinquecento, 1938Progettisti ed esecutori
Santi di Tito (architetto)Giorgio Vasari (architetto)
Pietro Porcinai (architetto di giardini)