Giardino formale, Monza (MB) - Lombardia
Indirizzo | Viale Brianza, 1, 20052 Monza (MB) - Lombardia | Accessibilità | sì - aperto al pubblico | |
Telefono | 03939464213 | |||
Sito Web | Villa Reale |
"Il giardino progettato da Giuseppe Piermarini prese forma, tra il 1778 e il 1783, dapprima ispirandosi ai principi della moda francese, secondo un grande disegno geometrico e regolare impostato sull'asse prospettico in direzione est-ovest, e successivamente con l'ampliamento proposto nel disegno conservato alla Biblioteca Nazionale di Vienna, che registra la volontà di collegare aulicamente il palazzo a Milano, mediante un viale a doppio filare di alberi, e il desiderio di proporre una percezione unitaria del giardino, impostato nella prospettiva centrale, con le potenzialità del paesaggio circostante. Nella scelta del giardino formale contribuì la consapevolezza che la palese appropriazione dello spazio avrebbe costituito la soluzione più idonea a esaltare il potere e la magnificenza del committente. Al contrario la decisione di rendere apparentemente naturale parte del giardino monzese, anche se frutto di una precisa progettazione, dovette invece essere condizionata dall'atteggiamento intellettuale dei circoli letterari milanesi, di cui certamente Piermarini era a conoscenza, dall’influenza di alcuni testi di giardinaggio particolarmente inclini alla moda del giardino paesaggistico. Sebbene innovativo nella sezione settentrionale, dove la realizzazione del laghetto con grotta, il tempietto d'ispirazione classicista e l'organizzazione libera degli spazi verdi rispecchiavano i caratteri dello stile inglese, i limiti del progetto di Piermarini si colgono nella rottura tra l'impianto geometrico del verde direttamente connesso alla villa e la naturalità del giardino di piacere. L'intervento progettuale secondo lo stile naturalistico confermava questa scelta, espressa attraverso la realizzazione di un ruscello dal percorso tortuoso tra la vegetazione, la presenza di una cascatella e la funzione scenografica del lago all'interno dell'impianto complessivo: tutti elementi fondanti della cultura sottesa al nuovo giardino ""all'inglese"". Tra gli questi è pure da annoverare il gusto per la chinoeserie e per l'esotico, attestata dalla presenza dei padiglioni orientali per il ricovero delle barche, presso il laghetto, i cui pinnacoli sono un esplicito riferimento stilistico arabeggiante. La pregevolezza dei giardini e il loro immenso valore culturale, motivati dall''intervento di un professionista d'eccezione coadiuvato da giardinieri inviati da Vienna per volere di Maria Teresa d'Austria, e dal significato assegnato da studiosi ed estimatori e dalla cittadinanza, che tuttora li percepisce come motivo d'orgoglio al pari della villa attorno alla quale sono sorti, è attestata dalla loro fortuna iconografica. I Giardini della Villa Reale, la cui superficie è di 40 ettari circa, circondano gli edifici del complesso monzese da tutti i lati e sono divisi dal retrostante parco da una recinzione. Storicamente distinti da quest'ultimo, che fu realizzato trent'anni dopo, ne sono diventati con il tempo la naturale premessa. La caratteristica che l'ha reso più famoso nel mondo nei suoi duecento anni di vita è costituita dalla grande varietà di alberi ultrasecolari: i giganti verdi, presenti nel prato che dolcemente degrada a levante, tra cui le due celebri querce, presenti nell'elenco degli alberi monumentali d'Italia, rivolte verso la facciata della Villa Reale.Dopo qualche passo nel prato all'inglese si incontra uno splendido esemplare di ginkgo, tipica essenza giapponese. Si compie un salto al di là dell'oceano e voltandosi si incrocia con lo sguardo la sequoia americana, dal tronco rossiccio. Seguendo il vialetto, che prende l'avvio dallo spigolo sud-est della Villa, si scende in zona ombreggiata e si costeggia per un tratto il muro di cinta passando in prossimità del gigantesco cedro del Libano, impareggiabile campione degli alberi dei Giardini della Villa Reale. Non un tronco ma quattro si dipartono verso il cielo; questa caratteristica fa di questo albero un autentico monumento botanico.E ancora tra le tante piante alcuni esemplari di faggi, platani, ippocastani, liriodendri, farnie, sofore. Tra le ultime realizzazioni nel parco va ricordato ""Il Roseto della Villa Reale di Monza"", sorto nel 1964 per volontà di Niso Fumagalli, industriale e Presidente della Candy, fondatore dell'Associazione Italiana della Rosa.
Il progetto portava la firma di due noti professionisti: l'architetto Francesco Clerici e l'architetto Vittorio Faglia.
Il roseto, col suo terreno leggermente ondulato, il laghetto, i percorsi ben studiati per il pubblico, ha il pregio di inserirsi armoniosamente nel contesto del parco.
I lavori proseguirono per tre anni, senza impedire che venissero banditi i primi concorsi per eleggere la rosa profumata, la rosa dell'anno, la più bella rosa italiana.
Il primo concorso si ebbe nel 1965 e da allora ad oggi sono state presentate circa 4.000 nuove varietà, create da rosaisti di tutto il mondo."
Strutture architettoniche
BelvedereLaghetto
Portale monumentale
Tempietto.