Giardino Cortona (AR) - Toscana
Indirizzo | Via Nazionale ,70 Cortona (AR) - Toscana | Accessibilità | dato non disponibile | |
Telefono | +39 340 0630192 | |||
Sito Web | Villa Venuti a Catrosse |
L’edificio quadrangolare concepito da Galilei e corrispondente al corpo sinistro della villa ingloba strutture preesistenti e si presenta su tre livelli; la sobria facciata principale, verso il prato, presenta un elegante portale con timpano spezzato dove trova posto lo stemma Venuti. Il piano nobile è segnato da un sottile marcapiano che unisce le aperture con modanature mistilinee. La facciata laterale ripete la stessa ordinanza sebbene il portale sia spostato verso lo spigolo ornato da cantonale a bugnato oggi coperto dall’intonaco giallo. L’interno della villa conserva un importante ciclo di affreschi di Vincenzo Torrigiani, quadraturista bolognese, databili al 1747 che mostrano vedute di città (Chiesa della Salute a Venezia, S. Michele in Bosco a Bologna, Collegio Clementino a Roma) e prospettive architetoniche con rovine.
In una descrizione del 1732 di Giovanni Targioni Tozzetti, medico naturalista fiorentino, specifica che la villa “è corredata di tutte le delizie di fontane, giardini, selvatichi e viali”.
Notizie storiche
Nella tenuta di Catrosse a nord di Cortona appartenuta sin dal ’400 alla famiglia Venuti, Domenico Girolamo (1663-1729) uditore del cardinale Giacomo Boncompagni e poi auditore fiscale del granduca Giangastone de Medici fece trasformare i presistenti edifici agricoli (ai quali era annessa anche una cappella dedicata a S. Giuseppe risistemata nel 1660) in una villa di delizia. Il progetto affidato ad Alessandro Galilei, celebre architetto granducale poi attivo a Roma per Clemente XII Corsini, prevedeva la sistemazione degli annessi e del parco, la realizzazione dei condotti di canalizzazione, di vasche, etc. I lavori iniziarono nel luglio del 1726 ed erano molto avanzati quando Galilei fu chiamato dal papa Corsini a Roma nel 1730. Galilei aveva realizzato anche un giardino contornato da cipressi con vasche, boschi di lecci, siepi di alloro e bosso. La villa passò prima ai nipoti del committente e poi a Marcello Venuti, priore dell’Ospedale maggiore di Cortona e accademico etrusco noto archeologo scopritore di Ercolano, che affidò a Karl Markus Tuscher, architetto di Norimberga, un grandioso progetto di ampliamento con raddoppio dei corpi di fabbrica e l’inserimento tra di essi di un raccordo con scalone monumentale a doppia rampa, di cui rimane un’incisione datata 1740. Della articolata sistemazione del giardino a più livelli con terrazzamenti fu realizzato solo l’edificio di raccordo in forme più semplici, i muretti di cinta del giardino con volute ornamentali, i pilastri della cancellata sul fronte della villa. Giuseppe Benvenuto Venuti chiese nel 1774 a Onofrio Boni, architetto cortonese neoclassicista, di ridisegnare il giardino ma anche i suoi progetti, che prevedevano un Casino e un Kaffeehaus, non furono eseguiti. A poca distanza dalla villa a fine Settecento Curzio Venuti, che era stato direttore delle manifatture di Capodimonte, fondò una fabbrica di maioliche attiva fino al 1910.Epoca
1726-1740Progettisti ed esecutori
Alessandro Galilei (architetto della villa)Bibliografia
M. Gori Sassoli, La Villa Venuti di Catrosse a Cortona. Notizie e documenti, in "Annuario dell'Accademia Etrusca di Cortona", 14, 1984, pp. 191-212S. Sorini in Ville del territorio aretino, Milano 1998, pp. 57-58
S. Buricchi, I Venuti, mecenatismo e collezionismo di una famiglia cortonese, in L. Fornasari, R. Spinelli (a cura di), Arte in terra d’Arezzo. Il Settecento, Firenze 2007, pp. 227-246. S. Buricchi, Mecenatismo a Cortona nel Settecento. I Venuti e la Villa di Catrosse, in D. Meli, I. Droandi (a cura di), Momenti della committenza artistica in terra aretina (atti delle conferenze, Arezzo 2005), Arezzo 2011, pp. 31-40.