Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato – con 27 voti a favore, uno contro e 10 astenuti – la proposta di legge “Interventi per la valorizzazione delle dimore, ville, complessi architettonici, parchi e giardini di valore storico e culturale della Regione Lazio e disposizioni a tutela della costa laziale”. Previsto uno stanziamento complessivo di un milione e 400 mila euro tra il 2016 e il 2018.
Nasce la “Rete delle dimore, ville, complessi architettonici, parchi e giardini di valore storico e culturale”, alla quale potranno aderire i soggetti pubblici e privati proprietari dei beni, presentando domanda alla Direzione regionale Cultura, sport e politiche giovanili. Ai beni che faranno parte della “Rete” viene riconosciuto un logo identificativo attraverso il quale la Regione promuove la propria immagine culturale. Contributi e finanziamenti potranno essere concessi per progetti di restauro, risanamento conservativo, recupero, fruizione e manutenzione straordinaria. Rispetto alla spesa riconosciuta ammissibile, tali contributi saranno concessi in misura non superiore al 50 per cento per le richieste avanzate da soggetti privati e non superiore al 70 per cento per le richieste dei soggetti pubblici. La Regione, inoltre, potrà stipulare convenzioni con le Università del Lazio per finanziare attività di formazione nel settore dei servizi turistico-culturali e in quello della conservazione e del restauro dei beni culturali.
Negli stessi ambiti la Regione promuove e sostiene la nascita di start-up giovanili. Si tratterà, in particolare, di quelle che, nei servizi turistico-culturali, coniughino la promozione culturale con l’utilizzo delle nuove tecnologie del settore ICT (information and communication technology) e di quelle che, nel settore del restauro e recupero architettonico, siano in grado di sviluppare un artigianato artistico e una cura del verde di qualità che coniughi recupero delle conoscenze tradizionali e impiego delle nuove tecnologie.
Prevista, infine, l’istituzione di un comitato tecnico-scientifico che si occuperà di predisporre la proposta del regolamento con cui la Giunta definirà, previo parere della commissione competente, i criteri e le modalità per l’assegnazione dei contributi e le procedure di monitoraggio. Tra i criteri prioritari per l’individuazione dei progetti da finanziare: il completamento di interventi di restauro già avviati con risorse pubbliche, in particolare regionali; i progetti presentati da Comuni associati per la messa in rete di percorsi turistico-culturali; l’esemplarità dell’intervento come fattore di riqualificazione del contesto in cui si trova l’immobile; l’ubicazione del bene in comuni con popolazione inferiore a 30mila abitanti; il grado di fruibilità al pubblico del bene, anche in termini di ricettività turistica.
Con un emendamento della Giunta, subemendato dal Consiglio, nella legge è stato inserito anche un articolo aggiuntivo che disciplina il rilascio delle autorizzazioni all’esercizio di impianti di acquacoltura in mare, nell’ambito della “promozione della conservazione e della valorizzazione del paesaggio costiero del litorale laziale ai fini della tutela ambientale e nel rispetto delle attività economiche e commerciali”, si legge nel testo.
La Giunta regionale, ogni due anni, presenterà alla commissione consiliare competente una relazione sullo stato di attuazione della legge, in cui saranno indicati la tipologia e la quantità degli interventi effettuati e le relative risorse finanziarie utilizzate.
Prima del voto finale, il Consiglio regionale ha approvato quattro ordini del giorno collegati alla legge. Il primo impegna la Giunta ad adottare gli atti necessari per creare zone di tutela biologica marina; il secondo chiede che sia richiesto un parere delle amministrazioni comunali per il rilascio delle autorizzazioni all’esercizio di impianti di acquacoltura; il terzo ordine del giorno interviene su pianificazione e tutela di aree sensibili; il quarto, infine, impegna il presidente e la Giunta a intervenire a proposito dell’inquinamento dell’area sensibile del golfo di Formia – Gaeta e della delocalizzazione degli impianti di itticoltura e acquacoltura, prevedendo anche un tavolo con il Comune di Formia.